Quello che volevo fare Vs Quello che ho fatto

Non critico le iniziative imprenditoriali che ripropongono qualcosa di già esistente sul mercato, a patto che lo facciano innovando quel che c’è già. User experience, design, tecnologia ecc. qualcosa di veramente innovativo rispetto ai concorrenti va pensato. E va concretizzato. Le migliorie devono essere ben chiare nella propria testa, ma non basta, devono essere percepibili e visibili (e capibili) agli occhi del consumatori, a cui spetta l’ultimo e insindacabile giudizio.

Altrimenti si finisce per proporre l’ennesima porcheria che va ad affollare un mercato (magari già saturo) senza contribuire in nessun modo ad innovarlo, anzi, finendo per renderlo ancora più confuso, piatto e inefficiente.

Personalmente, mi rendo conto che spesso il passaggio dal prototipo che ho “in testa” alla sua realizzazione fisica porta con se degli scostamenti – quello che volevo fare vs quello che ho fatto – che mi recano delusioni e senso di inettitudine. Per risolvere la questione, nella pratica cerco di focalizzarmi e formalizzare quegli aspetti su cui posso andare a lavorare per diminuire il gap ideale-reale, iniziando con il chiedermi se questo gap sia effettivamente percepito dal consumatore  e sia per lui rilevante (qui tornano utili le chiacchierate con amici, colleghi e famigliari). La domanda successiva è: questo gap quanto può influire sul giudizio complessivo della mia offerta di valore?

Dopodiché le alternative che valuto sono le seguenti:

  1. lasciare il gap e tirare dritto continuando nella realizzazione del progetto (se non è ritenuto rilevante dal vostro target);
  2. investire in formazione personale per cercare di colmarlo autonomamente (vai di google);
  3. rivolgermi ad un amico o conoscente con le competenze per ridurre il gap;
  4. rivolgermi ad un professionista (se ho budget e se l’oggetto in questione è di rilevanza cruciale);

Avete altre alternative da proporre in questi casi? Consigli da aggiungere?

ideazione prototipo